Previsione di crescita verso il +6,8%
di Fabiola Licastro*
Dopo un 2020 in cui si è sperimentata una fra le più acute recessioni a seguito del Coronavirus e delle misure di contenimento resesi necessarie, le prospettive dell’economia mondiale sono migliorate sensibilmente, grazie ai progressi delle vaccinazioni ed alle misure di sostegno da parte di diversi paesi.
Il Fondo Monetario Internazionale, con le ultime previsioni di ottobre 2021, ha però rivisto marginalmente al ribasso la proiezione della crescita economica mondiale per il 2021 al 5,9% e mantenuto quella per il 2022 al 4,9%, dopo la caduta relativa al 2020 (-3,1%).
La revisione per il 2021 riflette infatti un declassamento per le Economie avanzate, in parte a causa di difficoltà di breve termine dovute a disfunzioni nelle catene di fornitura, a cui si accompagna quello per i Paesi in via di sviluppo a basso reddito, in larga misura dovuto al peggioramento della dinamica della pandemia. Ciò risulta parzialmente compensato dalle migliori prospettive a breve termine di alcuni mercati emergenti esportatori di materie prime. L’aumento mondiale dei prezzi delle materie prime ha infatti sensibilmente migliorato la situazione per i paesi che ne sono esportatori; le difficoltà e le carenze di offerta a fronte di una consistente ripresa della domanda mondiale hanno ridotto l’attività e sostenuto un recupero dei prezzi al consumo.
Per quanto riguarda il commercio mondiale, sempre secondo il FMI, dopo la brusca contrazione nel 2020 (-8,2%), si avrà una ripresa consistente nel 2021 (+9,7%), destinata a proseguire ad un ritmo più contenuto ma comunque elevato anche nel 2022 (+6,7%).
L’FMI alza invece le stime per l’Italia: il Pil italiano, dopo il -8,9% accusato nel 2020, potrebbe arrivare a crescere di circa il +5,8% nel 2021 (a luglio la stima era pari a +4,9%), assestandosi ad un +4,2% nel 2022, che porterà al superamento del livello del Pil del 2019.
Prometeia conferma queste indicazioni e per l’economia italiana ha rivisto al rialzo la previsione di crescita del Pil per il 2021 al +6,0% e lievemente al ribasso quella per il 2022 (+3,8%), dopo la caduta del Pil del -8,9% nel 2020.
Gli “Scenari per le economie locali”, redatti da Prometeia, permettono di analizzare le previsioni macro-economiche internazionali, nazionali, nonché di alcuni territori, fra cui anche per la provincia di Ravenna, perché utilizza l’indicatore confrontabile del valore aggiunto, che misura la ricchezza prodotta in un territorio.
Nella nuova edizione di ottobre degli Scenari, Prometeia ha rivisto al rialzo anche la previsione di crescita ravennate per il 2021; si prevede infatti una rapida ripresa del valore aggiunto complessivo pari a +6,8%, che sarà comunque parziale ma sostenuta dal contenimento della pandemia.
Il miglioramento del quadro previsivo conferma anche che la crescita in provincia di Ravenna nell’anno in corso sarà superiore sia a quella stimata per l’Emilia-Romagna (+6,5%) che a quella media italiana (+6,1%).
La ripresa sarà però più contenuta nel 2022 (+3,4% per Ravenna, +3,8% per l’Emilia Romagna e +3,9% per l’Italia), anche se il trend positivo dovrebbe permettere a fine anno di recuperare il livello del valore aggiunto antecedente alla pandemia. Infatti, a fine 2022, Ravenna dovrebbe mettere a segno una crescita del +1,2% rispetto al 2019 (+0,8% in ambito regionale), a fronte di un dato nazionale meno veloce (+0,6% l’incremento 2022 rispetto al 2019 del valore aggiunto italiano).
Il 2020 si chiuderà invece con una caduta della ricchezza prodotta in provincia di Ravenna sotto alle due cifre e pari a -8,4%, con una discesa che appare leggermente inferiore rispetto a quella regionale (-8,8%) e nazionale (-8,7%).
Dall’analisi previsionale realizzata per l’economia di Ravenna, emerge anche che nel 2021 la ripresa condurrà a una crescita del valore aggiunto prodotto dall’industria in senso stretto provinciale del +11,4% (-10,1% invece la perdita nel 2020); esaurita la spinta del recupero dei livelli di attività precedenti, nel 2022 la crescita si ridurrà sensibilmente (+1,9%), tenuto conto anche delle difficoltà delle catene di fornitura e dell’aumento dei prezzi delle materie prime e di commodity.
Grazie ai piani di investimento pubblico e alle misure di incentivazione adottate dal Governo a sostegno del settore, della sicurezza sismica e della sostenibilità ambientale, nel 2021 si avrà un vero boom del valore aggiunto del settore delle costruzioni della nostra provincia (+27,2%), che trainerà la ripresa complessiva ed è stato il settore di maggior tenuta nel 2020 (-6,1%). Nonostante un ragionevole rallentamento, la tendenza positiva proseguirà con decisione anche nel 2022 (+9,1%), come le misure di sostegno adottate, e sarà ancora il settore delle costruzioni a trainare la crescita ravennate.
Gli effetti negativi dello shock da Coronavirus si sono fatti sentire più a lungo e duramente nel variegato comparto dei servizi della provincia di Ravenna. Dopo la flessione pari a -8,4% nel 2020, nell’anno in corso, secondo Prometeia, la ripresa del valore aggiunto settoriale sarà solo decisamente parziale (+4,5%) e la più contenuta rispetto agli altri macro-settori, data la maggiore difficoltà ad affrontare gli effetti della pandemia e la contenuta ripresa della domanda delle famiglie.
Purtroppo, il modello non permette di osservare in dettaglio i settori dei servizi, alcuni dei quali hanno resistito e sono in ripresa, mentre altri hanno sofferto duramente e tarderanno a risollevarsi. Con la ripresa dei consumi, nel 2022 la tendenza positiva non dovrebbe smorzare il suo ritmo di crescita in maniera accentuata (+3,5%), al contrario di quanto avverrà per gli altri settori.
A contribuire alle stime di crescita previste per quest’anno la ripartenza del reddito disponibile (+5,6%); anche le esportazioni giocano un ruolo fondamentale tra i driver della ripresa e l’export delle imprese ravennati nel 2021 dovrebbe crescere del +11,8%, oltrepassando i livelli reali precedenti alla pandemia al termine dell’anno in corso, dopo la pesante flessione del 2020
(-12,7%), conseguenza della caduta del commercio mondiale.
La riduzione del reddito disponibile subita invece lo scorso anno e la tendenza all’aumento dei prezzi in corso limiteranno sensibilmente la ripresa dei consumi nel 2021 (+4,6%), decisamente al di sotto della dinamica del valore aggiunto.
In crescita, nel 2021, anche il valore aggiunto per abitante (28.100 Euro), a fronte dei 29.600 Euro del 2019 e dei 26.300 Euro del 2020, che si stima porterà a fine anno il valore provinciale della ricchezza prodotta dai 10,2 miliardi di Euro del 2020 ai 10,9 del 2021, sebbene ancora lontani dal valore del 2019 (11,5 miliardi di Euro).
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, anche dopo la ripresa dell’attività e le riaperture possibili, nel 2021 i flussi in uscita non si fermano e le forze di lavoro continueranno a decrescere leggermente (-0,2%, dopo il -2,9% del 2020).
La pandemia ha inciso sensibilmente sull’occupazione, nonostante le misure di salvaguardia adottate, colpendo particolarmente i lavoratori non tutelati e con effetti protratti nel tempo.
Nel 2020 il calo degli occupati è arrivato al -5,4% (più contenuto in regione con un -2,9% ed in Italia con -2,8%).
Ma a differenza di quanto ipotizzato negli scenari diffusi a luglio, secondo i quali occorreva attendere i prossimi anni per una ripresa occupazionale, le stime più recenti indicano un’inversione di tendenza già nel corso del 2021.
Con la ripresa, la tendenza negativa si arresterà infatti nel 2021 e si registrerà un primo parziale recupero del +0,8% (superiore al +0,5% previsto sia in Emilia-Romagna che nell’intero Paese).
Nel 2022 è prevista inoltre un’accelerazione della crescita dell’occupazione (+1,4%).
Il tasso di disoccupazione in provincia di Ravenna lo scorso anno è salito al 7% ed era pari a 4,6% nel 2019 e 5,8% nel 2018; nel 2021 è previsto un miglioramento del valore provinciale al 6,1%, attorno al quale si assesterà anche nel 2022 (6,2%), ma per gli strascichi della pandemia sul mercato del lavoro non sarà sufficiente per livellarsi ai valori più contenuti pre-pandemia.
Si confermano dunque i numerosi segnali che prevedono per l’economia ravennate una ripresa diffusa; a rendere più incerto il clima positivo vi sono alcuni aspetti che dovranno essere tenuti sotto osservazione e fra questi: la rapida diffusione delle variante Delta e la minaccia di nuove mutazioni del virus, la prospettiva di una quarta ondata della pandemia, la dinamica del costo di materie prime e prodotti energetici, che per molti beni ha già toccato livelli di guardia, e le incognite sull’occupazione.
Scenari 2020, 2021 e 2022 – Prometeia. Valore aggiunto, export, mercato del lavoro (Ottobre 2021)
ITALIA | 2020 | 2021 | 2022 |
---|---|---|---|
Valore aggiunto | -8,7 | 6,1 | 3,9 |
Export | -9,4 | 12,5 | 7,7 |
Occupazione | -2,8 | 0,5 | 1,4 |
Tasso disoccupazione | 9,3 | 9,8 | 10,4 |
EMILIA-ROMAGNA | 2020 | 2021 | 2022 |
---|---|---|---|
Valore aggiunto | -8,8 | 6,5 | 3,8 |
Export | -7,8 | 13,4 | 8,6 |
Occupazione | -2,9 | 0,5 | 1,5 |
Tasso disoccupazione | 5,8 | 6,0 | 6,4 |
RAVENNA | 2020 | 2021 | 2022 |
---|---|---|---|
Valore aggiunto | -8,4 | 6,8 | 3,4 |
Export | -12,7 | 11,8 | -7,2 |
Occupazione | -5,4 | 0,8 | 1,4 |
Tasso disoccupazione | 7,0 | 6,1 | 6,2 |
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Responsabile Servizio Statistica-Studi-Prezzi-Protesti-Brevetti e Marchi