Le startup innovative in provincia di Ravenna
“Nei primi sei mesi del 2021, sono state iscritte 8 nuove startup nella sezione speciale a loro dedicate nel Registro delle Imprese ravennati”
Possono ottenere lo status di startup, le società di capitali costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate ed in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale vigente; possono essere organizzate anche in forma cooperativa e devono avere come oggetto sociale, esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
I vantaggi sono molteplici: minori oneri per la costituzione, rapporti di lavoro subordinato di più semplice attuazione, credito di imposta per ricerca e sviluppo, incentivi all’investimento, raccolta diffusa di capitali di rischio tramite portali online.
A fine giugno 2021, le startup innovative con sede in provincia di Ravenna sono risultate 69 e rappresentano il 6,4% del totale regionale e lo 0,51% di quello nazionale; rispetto a fine dicembre 2020, la loro consistenza numerica è aumentata, in termini di variazione percentuale, del +9,5%.
Nei primi sei mesi del 2021, sono state iscritte 8 nuove startup nella sezione speciale a loro dedicate nel Registro delle Imprese di Ravenna.
Le startup di Ravenna rappresentano lo 0,8% del numero complessivo delle società di capitale registrate in provincia; per quanto riguarda l’attività svolta, la maggior parte predilige, come a livello nazionale, il settore dei Servizi alle imprese, pari a quasi tre quarti del totale provinciale (71%).
Le rimanenti, per il 26% rientrano nel comparto industriale o artigianale e solo il 3% ha scelto attività agricole o della pesca.
Tra le attività più frequenti per le startup innovative si rileva la produzione di software (27,5%) e la ricerca scientifica e sviluppo (13%), settori a forte carattere innovativo. Come forma giuridica, predominano le società a responsabilità limitata (94,2%).
In provincia di Ravenna, i comuni con la maggior consistenza di startup sono il comune capoluogo con 23, subito seguito da Faenza con 22.
Guardando alla composizione della compagine sociale, in provincia di Ravenna il 12,5% sono imprese a prevalenza femminile, ossia startup in cui le quote di possesso e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne e quasi l’11% sono invece a prevalenza giovanile (assetti e cariche in maggioranza a giovani sotto i 35 anni) che vantano una presenza under 35 per la quasi totalità esclusiva ed è la produzione di software e la consulenza informatica il settore che rivela la più alta concentrazione di forza lavoro giovane nella popolazione delle startup innovative ravennati. Il 6,3% del totale delle startup sono imprese a titolarità straniera.
Inoltre, quasi il 19% delle imprese innovative ravennati è depositaria o licenziataria di alcune tipologie di privativa industriale (brevetti) oppure titolare di software registrato, così pure il 14,5% è ad alto contenuto tecnologico, cioè sviluppa e commercializza esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico.
A fine giugno 2021, le startup nella sezione speciale del Registro Imprese Nazionale ammontano a 13.582; analizzando la distribuzione geografica del fenomeno, la Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative (3.629, pari al 26,7% del totale nazionale); seguono il Lazio (1.586, 11,7% del totale), la Campania con 1.205 startup (8,9%), Veneto (1.096, 8,1%) ed Emilia-Romagna (1.071, 7,9%), uniche altre regioni a superare quota mille. L’Emilia-Romagna è la quinta regione in cui è localizzato il maggior numero di startup, dopo il Veneto.
Milano è di gran lunga la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative: alla fine del primo trimestre del 2021, erano 2.363, il 18,8% del totale nazionale. Bologna, con il 2,6%, è quinta nella classifica nazionale, ma è prima in regione per numero di startup, con una incidenza del 33% sul totale regionale. Segue Modena ma ben distanziata, con una incidenza, sul totale della regione, pari a 15,1%.
In Italia, al termine del 1° trimestre del 2021, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto-legge 179/2012, risulta in aumento di 662 unità (+5,6%) rispetto al trimestre precedente. Il capitale sociale sottoscritto complessivamente dalle startup risulta in crescita rispetto al primo trimestre (+20,2% in termini percentuali) ed il capitale medio è pari a 69.314 euro a impresa, in aumento (+13,9%) rispetto al dato del trimestre precedente.
Sotto il profilo occupazionale va sottolineato che, al momento attuale, non sono disponibili i dati sul numero dei dipendenti ma solo le statistiche relative ai soci; al 1° aprile 2021, i soci delle 12.561 startup innovative per cui è disponibile tale dato risultano pari a 60.189, 3.860 in più rispetto al trimestre precedente (+6,9%). È ipotizzabile che i soci siano coinvolti direttamente nell’attività d’impresa. Le startup innovative sono contraddistinte da compagini significativamente più ampie rispetto alle altre nuove società di capitali: in media ciascuna startup ha 4,8 soci, contro i 2,1 riscontrati tra le altre nuove imprese.
Sulla scia della normativa riferita alle startup innovative, introdotte nel 2015 con l’art. 4 del D.L. n.3/2015, le PMI innovative rappresentano un importante nucleo di imprese che contribuiscono allo sviluppo innovativo del nostro Paese. Quest’altra particolare tipologia d’impresa costituisce il secondo stadio evolutivo delle startup innovative cosiddette “mature” (non è previsto alcun limite di età per le imprese che vogliono accedere alla sezione speciale delle PMI innovative) e pronte alla fase di crescita consolidata.
Le PMI innovative, vale a dire tutte le piccole e medie imprese che operano nel campo dell’innovazione tecnologica, a prescindere dalla data di costituzione, dell’oggetto sociale e del livello di maturazione, devono rispondere ai seguenti requisiti: sede principale in Italia o in uno Stato UE o EEA (spazio economico europeo) con sede produttiva o filiale in Italia;
meno di 250 fra dipendenti e collaboratori; fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro; non essere quotate su un mercato regolamentato; aver già depositato un bilancio certificato; non essere iscritte al Registro delle Imprese come startup innovative.
Inoltre, devono avere almeno due dei seguenti requisiti: spese in ricerca e sviluppo maggiori o uguali al 3% del maggior valore fra costo e valore totale della produzione; almeno 1/3 dei dipendenti o collaboratori con laurea magistrale oppure 1/5 di dottorati, dottorandi o laureati con almeno tre anni di attività di ricerca certificata; almeno un brevetto o privativa industriale.
In ambito nazionale, lo stock delle PMI innovative ammonta a 1.958 unità; analizzando la distribuzione geografica del fenomeno, anche in questo caso è la Lombardia la regione in cui è circoscritto il maggior numero di PMI innovative: 564, pari al 28,8% del totale nazionale. Seguono il Lazio (n.211, 10,8% del totale) e, a breve distanza, guadagna il terzo posto l’Emilia Romagna, con 183 PMI innovative (9,3%), che in questo caso supera la Campania (n.153 e 7,8%).
Per data di iscrizione alla sezione speciale dedicata, Ravenna ne conta 13, di cui una ha raggiunto i particolari requisiti richiesti proprio nel primo trimestre del 2021, e sono per la maggior parte localizzate a Ravenna e Faenza. L’85% delle PMI innovative iscritte nel Registro Imprese di Ravenna è depositaria (o licenziataria) di titoli di proprietà industriale, oppure titolare di software registrato.
* Responsabile Servizio Studi-Statistica-Prezzi-Protesti-Brevetti e Marchi